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“La NATO rimarrà in Kosovo ”

L’Ambasciatore del patto atlantico, Kai Eide, esprime la massima considerazione per il lavoro di Petersen

di Redazione

Riportiamo una intervista dell’emittente Radio Free Europe a Kaid Eide, ambasciatore norvegese presso la nato.
Radio Free Europe: ?Girano le voci che Lei potrebbe essere il prossimo capo dell?UNMIK, mentre Lei stesso ha smentito nei media queste affermazioni. Qual?è la verità? Lei avrà qualche ruolo nel processo che porterà il Kosovo verso lo status finale??
Kai Eide: ?Le parole che ho sentito ieri sono completamente inesatte e vi garantisco che dopo il termine del mio mandato come ambasciatore presso la NATO, ritornerò nel mio paese dove continuerò la mia carriera. Per di piu?, il posto del capo dell?UNMIK non è libero, nello stesso si trova il sig. Jessen Petersen che sta svolgendo un eccellente lavoro.
In merito al mio impegno, sto seguendo da vicino gli sviluppi nella Regione. Sono stato lì a dicembre, poi nuovamente a marzo e continuerò ad effettuare le visite anche in futuro. Come ambasciatore della NATO, devo essere sempre informato sugli eventi. Dall?altra parte sono sempre stato coinvolto nella Regione per un lungo periodo e cerco sempre di stare il piu? possibile al corrente. Senz’altro rimarrò coinvolto nella Regione, pero? non nel modo che avete accennato voi?.
Radio Free Europe: ?sig. Ambasciatore, quasi un anno fa Lei aveva preparato un rapporto per il sig. Annan in merito agli sviluppi in Kosovo, dopo i disordini di marzo. Anche questo marzo è successa una serie di eventi, come per esempio l?accusa contro il Primo Ministro Haradinaj. Come valuta questi sviluppi entro un anno??
Eide: ?Credo che il rapporto presentato l?estate scorsa abbia comportato cambiamenti positivi. In Kosovo abbiamo iniziato un processo che innanzi tutto include la discussione sugli standard essenziali. Nello stesso tempo ci sono i movimenti verso le trattative per lo status. Un numero di consigli presentati nel rapporto sono stati effettuati, incluso il passaggio delle responsabilità ai locali. Pero? il risultato principale del rapporto era che è stato aperto un dibattito su una strategia a lungo termine, che non è stata discussa prima. L?impegno a lungo termine sulla questione del Kosovo e l?apertura del dibattito per lo status finale erano i raggiungimenti principali del rapporto. Naturalmente, non voglio prendermi i meriti di quello che è successo sul terreno, dove il Capo dell?UNMIK ha avuto il ruolo principale. Per quanto riguarda la partenza volontaria di  Haradinaj, quella e? stata una mossa molto positiva, perche? tutto si è svolto in modo pacifico. Abbiamo avuto un numero di consegne volontarie dalla Bosnia e Serbia e da un punto di vista questo è molto positivo. Devo aggiungere che queste azioni permettono alla NATO e alla Comunità Europea di muoversi piu? velocemente verso l?integrazione della Regione nelle strutture Euro – Atlantiche?.
Radio Free Europe: ?Come Ambasciatore norvegese presso la NATO, Lei si trova a Bruxelles, ed in questo modo è vicino alle strutture rilevanti della Comunità Europea. Secondo i funzionari europei a Bruxelles, non esiste un atteggiamento comune circa lo status del Kosovo. Nel caso in cui la Comunità Europa a breve tempo dovesse raggiungere un atteggiamento comune, secondo Lei questo quale sarebbe ??
Eide: ?La Norvegia non fa parte della Comunità Europea, e così non sono molto vicino alle disposizioni della Comunità Europea. pero? penso che adesso sia importante la valutazione degli standard dopodichè nell?autunno si deciderà se bisogna andare verso l?inizio delle trattative per lo status o meno. Ovviamente questo processo deciderà quale sarà lo status. Perciò non possiamo dire in anticipo quale sarà il risultato, come sembrerà la Regione, oppure quali saranno le posizioni di vari governi?.
Radio Free Europe: ?in merito all?atteggiamento della Comunità Internazionale, quanto sono vicini o lontani gli atteggiamenti della Comunità Europea e degli Stati Uniti nei confronti del Kosovo??
Eide: ?io posso parlare solo per il mio paese, pero? penso che sia positivo che è già iniziato il dibattito su tutte le questioni, incluso lo status. Questo dibattito deve continuare e tutti sappiamo che la precisazione di tali difficili argomenti richiede del tempo. Penso che il processo stia andando avanti e non c?e? bisogno di affrettare troppo sin da adesso le varie posizioni. Pero? quello che spero e che vi posso garantire è che la NATO rimarrà sul terreno, con la stessa forza che opera attualmente, durante tutto il periodo difficile di un anno e mezzo che sta davanti a noi. Inoltre spero che la Comunità Europea rafforzerà la propria presenza in Kosovo e nella Regione. E? importante che tutti fattori stiano sul terreno, al fine di garantire l?andamento del processo per lo status?.
Radio Free Europe: ?Lei ha menzionato l?impegno della NATO. La NATO ha dei piani a medio termine e rimarrà in Kosovo anche dopo la soluzione dello status??
Eide: ?la revisione di tutte le missioni dove è coinvolta la NATO dimostra che il suo ruolo si sta rafforzando. Posso assicurarvi che esiste l?accordo sul livello piu? alto dell?Alleanza per rimanere sul terreno con la stessa forza per tutto il tempo che è necessario. In questo momento non pianifichiamo di abbassare la nostra forza, considerando anche che ci stiamo avvicinando alla soluzione dello status. Nello stesso tempo considero che l?azione piu? adeguata della NATO è quella di rimanere in Kosovo a lungo termine anche dopo la soluzione dello status. Pero? anche gli Stati Uniti e la Comunità Europea devono rimanere coinvolte nella Regione anche in futuro. La NATO rimarrà uno strumento in quest?impegno?.
Radio Free Europe: ?nel marzo scorso le organizzazioni come Amnesty International hanno criticato la KFOR dicendo che i contingenti di vari posti non sono stati organizzati in modo appropriato. Secondo Lei di seguito sono state acquisite le lezioni e ci sono stati alcuni cambiamenti??
Eide: ?penso che tutte le organizzazioni internazionali coinvolte abbiano imparato le lezioni a seguito degli eventi del marzo. Anche noi abbiamo valutato la situazione ed abbiamo preso le conclusioni necessarie, cercando anche di migliorare la nostra attività. La stessa cosa è successa anche con altre strutture di sicurezza, inclusa la Polizia dell?UNMIK. Oggi posso affermare che ci troviamo in una situazione completamente diversa rispetto a quella di un anno fa?.

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